Estate alle porte e tempo di indimenticabili immersioni all’orizzonte? Avete tutto l’equipaggiamento “in regola” o meglio dare una controllata prima di tuffarsi nel blu? Tra tutto l’occorrente è dalla maschera subacquea che bisogna iniziare la verifica. È il mezzo indispensabile a mettere il sub in contatto con l’acqua per osservare quello che accade nell’ambiente marino. Qualora sia necessario procedere con un nuovo acquisto, attenzione però al cosiddetto “volume d’aria”. Sapete di cosa parliamo? Si tratta di un parametro molto importante, da non sottovalutare al momento della scelta del modello “giusto”.
Immersioni subacquee, che passione
Esplorare il mondo acquatico è un’esperienza molto particolare. Praticarla con continuità o una tantum richiede impegno, passione e, naturalmente disporre della maschera subacquea in grado di non tradire le aspettative. Per scegliere il modello più in linea con le proprie esigenze, è necessario tenere a mente alcuni parametri tecnici. Soprattutto nel caso in cui il sub sia alle prime armi, infatti, non è possibile prescindere dalla valutazione del volume d’aria.
Per essere “giusta” la maschera deve adattarsi alla perfezione con il viso. Questo non permetterà all’acqua di infiltrarsi o a provare un fastidioso senso di “compressione” durante l’immersione. Una volta trovato il modello in linea con le proprie aspettative tecniche, bisogna indossare la maschera e verificarne la tenuta. È molto semplice. Bisogna appoggiare la maschera sul viso, inspirare delicatamente con il naso e poi inclinare leggermente la testa verso il basso. Se la maschera non si stacca, è pronta per essere acquistata.
Volume d’aria: di cosa si tratta?
Il volume d’aria della maschera da sub è detto anche “profilo interno”. È un elemento importante e definisce lo spazio aereo interno che si crea quando la maschera è sigillata sul viso. Questo spazio, come è facilmente immaginabile, è soggetto a una compressione durante la discesa del sub e deve perciò essere calibrato per evitare qualsiasi tipo di disagio.
Si tratta di un inconveniente, più comune nei sub alle prime armi, che può mettere in difficoltà anche non essendo pericoloso. Quando ci si immerge, l’aria contenuta nella maschera si riduce e si crea un “effetto ventosa” sul viso. Questa specie di compressione può arrecare dolore a occhi e naso e un arrossamento del bulbo oculare. Si tratta di disturbi che regrediscono da soli nel giro di poche ore una volta tornati in superficie.
Meglio che sia “ridotto”?
Una maschera subacquea a “volume interno ridotto” ha bisogno di una quantità d’aria relativamente piccola da insufflare attraverso le narici per compensare il volume d’aria che si trova tra la maschera e il viso. La compensazione del volume interno è tanto più necessaria quanto più in profondità scende il sub. Si tratta di una manovra a dir poco necessaria per evitare in cosiddetto “colpo di ventosa”. A onor del vero, così facendo si sacrifica un po’ di aria dai polmoni – che, a detta degli esperti, si può comunque recuperare in parte durante la risalita. Una maschera a di questo tipo è utile per ridurre al minimo l’aria da sacrificare e, di conseguenza, massimizzare l’aria disponibile incamerata nei polmoni.
Una maschera a volume interno ridotto ha un campo visivo meno ampio di una maschera a volume più ampio. Per cui quest’ultima, esteticamente caratterizzata da vetri medio-grandi e non molto vicini agli occhi sono da preferire quando si fanno immersioni e snorkeling in acqua bassa. In questo caso, è opzionabile una maschera dal volume interno più grande ma che offre una campo visivo migliore, a scapito della quantità di aria da insuflare al suo interno.
Come scegliere il volume d’aria?
Dipende dalla pratica sott’acqua che si ha in programma di svolgere. Apnee e discese profonde richiedono maschere a volume ridotto o ridottissimo; per immersioni a pelo d’acqua o a bassa profondità saranno necessarie quelle a volume d’aria medio o grande.